I ritratti di Gaetano Chierici nel Liceo Artistico di Reggio Emilia (2) - di Sandro Ferrari

E' stata organizzata dalla prof.ssa Rita Tedeschi, docente di storia dell'arte presso il Liceo Artistico “Gaetano Chierici” di Reggio Emilia, una riunione di storici dell'arte esperti soprattutto della pittura italiana di fine '800 e primi anni del '900:

  • Andrea Baboni, curatore insieme a Elio Monducci della mostra antologica allestita nel 1986 a Palazzo Magnani a Reggio E.;
  • Enrico Manicardi, autore di diversi studi sulle opere del nonno, il pittore Cirillo Manicardi succeduto a Chierici come direttore della scuola stessa;
  • Sandro Ferrari, docente di storia dell'arte e preside del Liceo "Chierici" fino al 2006. 

Il 20 novembre 2020 hanno esaminato due quadri di fine '800 conservati presso la  Scuola e tuttora inediti, che ritraggono Gaetano Chierici in suggestiva postura tale da far pensare ripresa da una fotografia di noto fotografo dell’epoca.

Si tratta di due carboncini su carta chiara, eseguiti dalle figlie Emma e Giuseppina, rispettivamente negli anni 1895 e 1901: il primo fissato su un foglio recante in calce la scritta “Ritratto eseguito dalla figlia Emma sotto la guida paterna e da essa gentilmente donato alla Scuola”; il secondo firmato “Pina Chierici”. 

“Ad un'analisi attenta, appare probabile l’ipotesi che l’intervento del padre sia stato prevalente e sostanziale nell’esecuzione di tali opere, sia per la sapienza del tratto che per la vivezza espressiva e la mirabile resa dei caratteri fisiognomici del personaggio”: questo il parere di Andrea Baboni, condiviso da me e da Enrico Manicardi.

Credo che sarà possibile esprimere valutazioni più sicure soltanto se verrà deciso di togliere momentaneamente i disegni dalle cornici con vetro in cui sono stati sistemati in anni lontani (nell'archivio storico del Liceo non ho trovato notizie di quando ciò sia avvenuto). Il fotografo Stefano Rossi (Studio Foto Artioli, Reggio E.) ha eseguito alcuni scatti con notevole perizia, ma è evidente che la presenza del vetro non permette una riproduzione di alta qualità.

Visti in fotografia, i due disegni possono apparire identici. In realtà quello del 1901 firmato da Giuseppina Chierici presenta delle lumeggiature più accentuate, probabilmente ottenute con tratti di biacca. Purtroppo è stato incorniciato con un passe-partout che ne copre i margini per almeno due centimetri.

I quadri costituiscono quindi un problema storico-artistico non risolto. Per questo motivo ho preferito nel 2005 non esporli nella mostra “Un museo ritrovato. Il patrimonio dell'Istituto d'Arte Chierici restituito alla città.

Ringrazio l'associazione APS “Amici del Chierici” per il sostegno economico alla realizzazione delle fotografie qui allegate.