Lo stilista della natura Tiziano Guardini al Chierici L’uomo dell’abito liquirizia esposto All’Onu


Lo stilista della natura, Tiziano Guardini, Organic haute couture, che il 21 marzo scorso, ha esposto il suo abito ‘Liquirizia’, alla sede Onu di Ginevra, per la giornata internazionale delle foreste, ha incontrato studenti e docenti dell’indirizzo design della Moda del liceo artistico ‘Gaetano Chierici’. L’evento è inserito nel progetto: ECOuture, come alternanza scuola lavoro, ideato e coordinato dai docenti: Matteo Bellelli, Sabine Catellani e Sonia Isabel Lasagni, Marilena Soncini.

Tiziano Guardini inizia dialogando con studenti e docenti, illustrando il suo pensiero e il modo di operare, che tiene conto delle nuove risorse, che derivano dall’economia circolare. Afferma che occorre raccontare le sue creazioni, perché debbono essere i vestititi di tutti. Guardini spiega che l’unione fra sostenibilità e moda, è il frutto di un cammino culturale, che trasforma la mentalità del rifiuto in risorsa e ricchezza. Il suo abito Liquirizia, esposto all’Onu, è fatto di rafia, petali di pigna, aghi di pino, radici. In segno di democrazia circolare, i suoi abiti portano nell’etichetta, anche il nome di chi li ha confezionati e cuciti, chi lavora per un abito opera come in un’orchestra.  Per Guardini: "L'ecosostenibilità è la capacità di percepire la sacralità della vita”. Sempre alla ricerca di nuovi materiali, che rispettino la natura, Guardini continua: “Non scendo a compromessi, ecosostenibilità significa essere ancora più creativi, è una grande occasione per scrivere nuovi sentieri. Cerco la soluzione. La natura non ha il concetto di scarto, tutto quello che produce ha un valore per la vita. La moda è l’unico design che perde valore nel giro di due mesi. È necessario, quindi, utilizzare ciò che è già stato prodotto come nuova risorsa. Noi dobbiamo imparare dalla natura”. Per Guardini il materiale plastico va inteso come risorsa, riutilizzando ciò che già c’è, così crea il suo trench in nylon di reti da pesca recuperate in mare e seta riutilizzata e nasce l’idea  per un capospalla con opere d’arte  e certificato di autenticità, il cui soggetto si basa sul dialogo tra mondo vegetale, animale e persone felici. Oppure la pelle vegana ottenuta dagli scarti della lavorazione vinicola, che mantiene la stessa qualità e lo stesso effetto estetico del materiale originale.  Guardini conclude che si deve lavorare nell’ottica che ciò che creiamo, non solo per un minor impatto ambientale, ma per un effetto positivo, che diventa nuova risorsa. Il progetto internazionale unisce due regioni gemellate: l’Emilia Romagna e la Nouvelle Aquitaine e realizza obiettivi dell’Agenda 2030 Onu. 

MB