Roya Heydari, artista fotografa afgana a confronto an 200 studenti del Chierici nell’ambito del progetto “Cercando libertà”
Vivere e realizzare le Pari Opportunità a Unimore ed ai Musei civici
Pari opportunità, dignità diritti delle donne, inclusione di culture e valorizzazione delle differenze: queste alcune importanti tematiche di educazione civica e cultura dell’offerta formativa del liceo artistico ‘Gaetano Chierici’. In questo contesto oltre 200 studentesse e studenti del Chierici hanno partecipato, sabato 8 ottobre, all’incontro promosso nell’Aula magna di Unimore dal servizio Pari opportunità del Comune di Reggio con la fotografa e filmmaker afghana Roya Heydari, nell’ambito della promozione del progetto “Cercando la libertà. Storie di diritti negati, le pratiche di resistenza delle donne dall’Afghanistan all’Europa”.
Dopo l’intervento dell’assessora alla Cultura e Pari Opportunità Annalisa Rabitti, Roya Heydari ha raccontato la forza del suo lavoro artistico e la sua esperienza di artista afghana costretta a lasciare il suo paese, in dialogo con Cinzia Spanò, attrice e autrice che nel suo intervento ha approfondito la questione dell’oppressione delle donne nel mondo e nell’arte. Una testimonianza intensa e autentica di donne che hanno scelto di dare voce a chi non ce l’ha in nome dei diritti: voci ed esperienze intrecciate che all’unisono hanno ricordato che la libertà e i diritti non sono conquistati per sempre, ma sono più fragili di quanto si pensi. Nel dibattito si sono inseriti i ragazzi del Chierici con domande, riflessioni, approfondimenti.
A seguire tutte le classi si sono recate a Palazzo dei Musei dove hanno visitato, accompagnati dalla stessa Roya Heydari, che ah spiegato il senso e la tecnica delle sue opere. La mostra fotografica al terzo piano, in cui la fotografa racconta la vita nell’Afghanistan, lontano dalla guerra e dagli orrori così come sono raffigurati nei media, ora ancor di più. Storie in una terra ricca di cultura e storia spesso dimenticate, raccontate con l’obiettivo di mostrare cosa è rimasto di un paese distrutto da decenni di guerra, e quello che rimane sono le persone. Qui i ragazzi e le ragazze si sono confrontati con l’artista, che ha spiegato loro la propria storia e quella delle fotografie, che stavano osservando. Roya Heydari ha risposto alle numerose domande degli studenti ed ha lanciato l’appello a divulgare l’hashtag #stophazaragenocide per manifestare in seguito dell’attentato suicida contro una scuola che il 30 settembre ha causato la morte di giovani studenti donne della comunità hazara, minoranza sciita del Paese invisa ai talebani.
Oltre ad aver visitato la mostra al terzo piano, gli studenti hanno proseguito la visita ammirando le opere Curiosa Meravigliosa di Fontcuberta e Parole Parole Parole di Elena Mazzi, la Collezioni Spallanzani, nonché le mostre di Luigi Ghirri e di Yuval Avital, accompagnati dalla installazione sonora di Massimo Zamboni.
La mostra fotografica di Roya Heydari rientra nel progetto Cercando la libertà. Storie di diritti negati, le pratiche di resistenza delle donne dall’Afghanistan all’Europa, progetto realizzato dal servizio Pari opportunità del Comune di Reggio Emilia e dai Musei civici in collaborazione con le associazioni Casa d’Altri, Iniziativa laica e Nondasola, che prende il via a partire da mercoledì 5 ottobre a Reggio Emilia.
Oltre a Palazzo dei Musei, il percorso espositivo si dispiega anche presso gli spazi di Binario49, dove sono ospitati i contributi artistici di Clarissa Falco, Malina Suliman, Mohsin Taasha, Caterina Notte, Nicola Guastamacchia e Tommaso Sandri (Collettivo Menti Libere).
Gli orari di visita – a ingresso libero – sono i seguenti:
- mostra di Roya Heydari, presso Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1), dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 18. Per le scuole: su appuntamento.
Ingresso gratuito:
- Artisti e artiste per la resistenza ai diritti negati. Progetto collettivo presso Binario49 (via Turri 49): sabato ore 15.30 — 24, domenica ore 15.30 — 19.30. Per le scuole: su appuntamento.
MB
Incontro “Cercando la libertà”
La testimonianza di Lisa Juna Favali
Nella giornata dell’8 Ottobre, noi studenti della classe 4E ci siamo recati all’ università degli studi di Reggio con altre classi del nostro liceo artistico Gaetano Chierici.
In questa uscita si è parlato di storie di diritti negati e delle pratiche di resistenza delle donne in Afghanistan.
Abbiamo conosciuto l’esperienza di vita principalmente della fotografa afghana Roya Heydari, ma anche dell’attrice Cinzia Spanò: Quest’ultima ci ha spiegato come nei suoi anni di lavoro abbia collaborato quasi solo con registi uomini, poiché alle donne fin dai tempi dell’antica Grecia, è sempre stato vietato scrivere e recitare.
Spanò ha parlato anche di quanto sia importante vedere e capire l'oppressione e la disparità spiegando come lo schema di oppressione si basi su passaggi storici e culturali che colpiscono soprattutto le donne, malgrado poi le stesse che si ritrovino a cambiare le ‘cose’ e a ribaltare la situazione, come, ad esempio, quel che stanno facendo ora le donne iraniane. Spanò cii ha parlato anche del libro best seller “Leggere Lolita a Teheran”, scritto nel 2003 in cui l’autrice Azar Nafisi racconta la sua esperienza vissuta con sette studentesse iraniane.
Roya, invece, ci ha illustrato la sua storia. Ha iniziato a viaggiare per fare arte, perché sostiene che quest’ultima sia la voce più potente che esiste. Ha studiato politica, ma trovandola noiosa, ha deciso di passare all’arte. Ha lasciato il suo Paese l’anno scorso, senza riuscire a salutare amici e parenti, dovendo partire in fretta. Da quel giorno la sua vita ha iniziato a cambiare: inizialmente era preoccupata di ciò che ne sarebbe stato del suo futuro, ma arrivando in Francia è riuscita a ritrovare la speranza e la forza ed ha deciso di ‘essere una voce’ per gli altri.
Da quel momento ha viaggiato in Europa, ha conosciuto tante persone che ora la supportano, capendo come l’arte non abbia limiti o lingue.
Conoscere queste storie, sentirle raccontare da qualcuno che le ha vissute, in prima persona, mi ha portato a riflettere molto, tanto quanto sono rimasta colpita dalla mostra fotografica di Roya Heydari, che abbiamo visto, successivamente, ai Musei Civici. Trovo che le foto di Roya siano piene di cultura e storia, mostrando i volti di persone che vivono in un paese danneggiato dalla guerra: i volti dei bambini in queste foto sono, però, gioiosi e sorridenti, trasmettendo fiducia, speranza.
Penso che la sua testimonianza e la sua voce, oltre a portare tanta informazione e molta stima da parte mia nei suoi confronti, abbiano trasmesso speranza ed abbiano avuto un impatto su tutti noi, ‘aprendoci gli occhi’ sui temi trattati e facendoci capire che le opportunità ed i privilegi che abbiamo tutti i giorni nella nostra quotidianità non siano così scontati e nella vita di tutti. (Lisa Juna Favali- prof.ssa Elvira Fochi)